Anzitutto bisogna sottolineare che i tre progetti di ricerca proposti dai vincitori sono compatibili con gli obiettivi statutari della Fondazione Matarelli. Le ricerche sono state effettuate presso Centri di eccellenza italiani in campo ematologico. I risultati sono stati degni di comunicazioni e lavori in extenso su riviste di alto impatto scientifico.
In particolare:
- la dott.ssa Marchesi Federica ha dimostrato che nei pazienti affetti da sindrome mielodisplastica la funzionalità piastrinica è alterata patologicamente indipendentemente dalla conta piastrinica e a fronte di una normale espressione delle glicoproteine di membrana. La maggiore sensibilità alla PGE1 riscontrata nei pazienti viene a supportare l’ipotesi sul coinvolgimento del cAMP intrapiastrinico, e quindi contribuisce a spiegare la tendenza alle emorragie caratteristica di queste malattie. La controparte clinica di questa interessante ricerca è la necessità di prevenire e di trattare il rischio emorragico con trasfusioni di pool piastrinico provenienti da soggetti normali;
- il dott. Oliveira Giacomo ha studiato su modelli murini I meccanismi biologici che permettono alle cellule leucemiche di crescere eludendo il controllo del sistema immunitario e di resistere ai diversi approcci terapeutici. I risultati ottenuti hanno permesso di dimostrare come le caratteristiche principali delle cellule leucemiche umane rimangano inalterate nei topi immunodeficienti e come tutti i parametri osservati ( crescita delle cellule e profilo trascrizionale) siano riproducibili: ciò ha permesso di sfruttare questo modello per determinare il potenziale antileucemico dei linfociti T, in accordo con le nuove prospettive che identificano nella immunoterapia la nuova arma per combattere i tumori ed in particolare la leucemia;
- il dott. Cattaneo Daniele ha studiato un gruppo di pazienti affetti da sindrome mieloproliferativa con complicanze trombotiche a livello del sistema porto-splenico. Una ricerca di notevole interesse, anche per la giovane età dei pazienti e la gravità dei quadri clinici. I dati anatomopatologici sono stati correlati con il profilo biologico delle singole varietà. Alla luce dei risultati ottenuti è. possibile concludere che solamente considerando congiuntamente i dati clinici, morfologici e molecolari è possibile formulare una diagnosi precisa di sindrome mieloproliferativa, ed identificare una corrispondenza fra fenotipo morfologico e clinico. In particolare, la biopsia osteo-midollare dovrebbe rappresentare un elemento chiave nell’ambito di un corretto iter diagnostico.